Ti chiamerò
Tel Aviv, Israel 2022
Ancora non ricordo
il nostro primo incontro
deve essere stato un pomeriggio
di un giorno freddo e grigio
Vestita di suoni
e profumata di colori
ti avvicinasti a me
con mille canzoni
Provai a parlarti
ma tu mai mi risposi
solo volevo sedurti
lo ben sapevi
Solo un fesso
poteva avere il coraggio
di guardare se stesso
nei tuoi gelidi occhi da saggio
Ancora ricordo
il nostro primo pianto
né una parola né uno sguardo
con te rimasi affranto
E più cercavo
il tuo inafferrabile sorriso
più sprofondavo
invano, un po’ ucciso
Per il troppo dolore
provai a dimenticarti
e poi senza pudore
provai a tradirti
Sedussi donne di tutto il mondo
andando lontano
ma ognuna di loro
mi riconduceva alla tua mano
E così con lo sguardo non troppo felice
mi accorsi che il vero amore
forse al contrario di ciò che si dice
non ammette giochi di seduzione
E per questa ulteriore umiliazione
provai a incolparti
esausto per la tensione
per poi ignorarti
Frantumato camminavo a stento
ignorando le mie emozioni
il mio mondo si era spento
in una vita ormai senza canzoni
E così mi fermai
e a te mi rivolsi
questa volta ero nei guai
e non c’erano più soccorsi
Non più gonne nè maestri
che mi dessero altre illusioni
con le loro vendite illustri
per veloci guarigioni
Ti guardai dritta negli occhi
questa volta come amica
e compagna di infiniti giochi
la tensione era svanita
In fondo mai mi avevi lasciato
anche se non vedevo incanto
e avanzavo senza più fiato
solo tu mi stavi davvero accanto
Con riverenza guardai al passato
e solo allora appresi
che eri tu ad avermi insegnato
tutto ciò che so, o quasi
Il tuo nome poderoso
nella ossessione generale
suonava un che di pericoloso
dal quale era meglio scappare
Ma scappare non rassicura
dalla incomprensione
nata solo dalla paura
di una nuova illusione
A voce alta ti chiamerò
più forte e libero dalla inquietudine
e senza paura ti accoglierò
ti chiamerò Solitudine.
